LA DOLCETERRA NOVARESE

 

Novara - Cupola e veduta Il paesaggio novarese possiede un fascino semplice e discreto, di una bellezza particolare e suggestiva: distese d’acqua con risaie Risaia che rispecchiano il cielo della bassa pianura, coltivazioni interrotte da filari di pioppi e da cascinali sparsi, boschi e fiumi regno di lontre e aironi, dolci colline di vigneti, sino alla verde conca del Cusio punteggiata da campanili, villaggi e monti silenti.

Ricco e vario è anche il patrimonio vinicolo e gastronomico.

La tradizione enologica, frutto di passione e di cultura, di creatività e d’esperienza, ha portato i vini delle Colline Novaresi ad altissima qualità e ad un prestigio ormai internazionale, mentre la gastronomia di queste terre permette di riscoprire lontane tradizioni ritrovate che affondano il loro passato nel mondo contadino.

Ricordiamo, in particolare, la "paniscia" piatti tipici e vino Ghemme , risotto a base di verdure, lardo, salame della duja e vino, il "tapulone", piatto a base di carne di asino, le numerose ricette con le rane, i “Biscottini di Novara”, dolcetti leggerissimi da inzuppare nel vino o da accompagnare con lo zabaione, ed il gorgonzola gorgonzola , formaggio gustosissimo e cremoso.

Ma le possibilità per il nostro viaggiatore amante degli sport e dell'aria aperta non si esauriscono: si può praticare sci d’acqua, equitazione, tennis ed anche il golf in alcuni dei "green" più rinomati d'Europa. Campo da golf

Inoltre nel corso di tutto l’anno vi è un calendario fitto di fiere, mostre, manifestazioni e feste.

E naturalmente si potrà scegliere tra le numerose opportunità di soggiorno: alberghi, campeggi, bed & breakfast, agriturismi, residence sono presenti con una vasta gamma di offerte su tutto il territorio. Inoltre, proprio nel Novarese, si trovano alcuni dei ristoranti più rinomati d'Italia, citati nelle più prestigiose guide alla ristorazione.

Con questi suggestioni e spunti diamo il benvenuto a chi viene a scoprire la Dolceterra e la sua calda ospitalità.

 

Novara crogiolo di stili e sapori

Novara, Novara - Cupola Antonelli il capoluogo della Provincia, stretto in una striscia di terra e riso, tra il fiume Sesia e il Ticino, fiorente polo tecnologico e scientifico, mantiene intatte le caratteristiche di una città a misura d’uomo, dove tradizione e storia si incontrano in un centro storico simile a un salotto ottocentesco dominato dal simbolo stesso della città, l'ardita Cupola di Alessandro Antonelli.

Crocevia di culture e punto di contatto tra il Piemonte e la Lombardia, tra gli influssi mitteleuropei provenienti Novara - Canonica dal Sempione e la tradizione mediterranea, Novara porta nella sua architettura i segni delle contaminazioni di stili e correnti di pensiero. Il primo impatto con la città è la svettante guglia della Basilica di San Gaudenzio, opera del novarese Antonelli, famoso per la Mole di Torino, che si scorge da qualunque direzione si giunga ben prima di trovarsi di fronte l’antico sbarramento delle mura romane che circondano la cinta urbana. Una passeggiata è il modo migliore per godersi il centro storico che è quasi interamente pedonale: dagli antichi baluardi si giunge agevolmente al Duomo, con il Museo della Canonica e la Cappella di San Siro, e da qui al complesso espositivo del Broletto, esempi mirabili dell’evoluzione architettonica della città. Con un occhio ai notevoli palazzi barocchi, si giunge in corso Cavour, elegante via commerciale, dove è possibile acquistare prodotti tipici tra cui i tradizionali biscotti.

 

Uno sguardo al territorio…
I Comuni amici dell’International Folk

A BELLINZAGO NOVARESE sono particolarmente interessanti la Bellinzago - Asilo Chiesa Parrocchiale di San Clemente ed il vicino Asilo infantile De Medici, entrambi realizzati da Alessandro Antonelli secondo modelli neoclassici: l'asilo ha linee architettoniche pulite e sobrie che uniscono la funzionalità all'eleganza formale degli spazi; la parrocchiale, già realizzata sul finire del Cinquecento, venne ampliata a partire dal 1837 per opera dell'Antonelli che costruì le navate laterali ed una crociera sormontata da un'elegante cupola. La facciata rimase con impronta barocca, mentre la torre campanaria del 1754 venne abbellita e rialzata nel 1827.

Nel centro storico del paese sorge la Chiesa seicentesca di S. Anna con il ricco altare maggiore ligneo barocco. Da ammirare anche il coro, il pulpito, la cantoria ed il portale interno, tutti preziosamente intagliati nel legno.

Bellinzago  - Badia Fuori dall’abitato, circondata dalla verde campagna e dalle risaie, è situata la Badia di Dulzago, secolare sede di un’Abbazia ove si può ancora ammirare l’antica Chiesa romanica di San Giulio del XII secolo che, in virtù di vari interventi (secoli XIII e XVII) conserva le tre absidi originarie. Nella vicina frazione di Cavagliano, al cimitero, degna di nota è la Chiesa di San Vito, risalente al sec. XV, con affreschi dei secoli XV e XVI, restituiti grazie al recente restauro all'antico splendore di forme e colori.

Proseguendo verso sud-est in direzione Galliate, si passa per CAMERI ove suggeriamo una visita alla Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, Cameri - Picchetta fondata nel medioevo ma ricostruita più tardi su forme proto-barocche, e agli Oratori di San Giuseppe (sec. XVIII) con affreschi settecenteschi del Peracino, e di San Rocco, in stile rinascimentale. Nelle campagne intorno al paese si può inoltre percorrere un interessante itinerario alla scoperta delle cascine storiche, dallo straordinario valore artistico ed architettonico. Fra queste ne sono illustri esempi la Cascina Bollini, la San Biagio con l'oratorio omonimo, la Montimperiale, la Galdina, la Bornago ed, infine, la Cascina Picchetta, sede dell’Ente Parco del Ticino.

 

Un breve tragitto verso sud ci conduce a GALLIATE, Galliate - Castello, cortile interno città ricca di storia e di tradizioni culturali. Il centro del borgo è dominato dal poderoso Castello Visconteo - Sforzesco risalente al 1476, anno in cui fu ricostruito dal Duca milanese Galeazzo Maria Sforza, quale residenza fortificata per i suoi soggiorni di caccia. Furono incaricati del progetto gli architetti Ambrogio Ferrari e Danese Mainerio. La massiccia costruzione a pianta quadrangolare, circondata da fossato, è munita di quattro torrioni angolari sporgenti e di due torri di ingresso, dotate in origine di ponti levatoi e rivellini. Questo edificio, solido e piatto, rappresenta uno dei maggiori e significativi castelli della regione. Attualmente le parti ad est ed ovest appartengono al Comune di Galliate, mentre la zona centrale è di proprietà privata. Nella parte orientale è situata la Sala ottocentesca, con un bel soffitto a cassettoni, che al presente è adibita a Sala Consiliare e può ospitare varie manifestazioni a carattere culturale. Nella torre di nord - est si trova il "Museo Angelo Bozzola" di arte contemporanea, costituito da una cospicua raccolta di opere di scultura, pittura e grafica polimaterica di questo illustre autore galliatese.

Le sale a sud ospitano invece mostre temporanee. Nell'ala occidentale, lungo il lato meridionale, ha ora sede la Biblioteca Comunale. Le sale al piano terra presentano interessanti decorazioni pittoriche ed a stucco.
Poco discosta si trova la Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo, riedificata dal 1851 al 1862, su progetto del sacerdote-architetto galliatese Ercole Marietti, in stile neogotico come lo scurolo (1889) che ospita le reliquie dei martiri Giusto e Aurelio. Nella chiesa sono presenti alcune opere provenienti dall'antico edificio, demolito per far posto all'attuale. Risalgono al XV secolo l'affresco della Madonna del garofano, attribuito ad artisti dell'ambito culturale di Giovanni Antonio Merli, e due tavole raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, attribuite al Bergognone (di queste ultime è visibile una copia fotografica). Degno di attenzione è poi l'altare comunitario in legno, opera dello scultore Luciano Gabrielli (1994).
Accanto all'abside sorge il singolare Campanile, privo di copertura, realizzato dal 1873 al 1879 su disegni dell'ingegnere galliatese Rigorini. Il progetto prevedeva un'opera di 93 metri, ma per insorte difficoltà economiche i lavori vennero fermati a 45 metri e sulla sommità fu collocato un castello in ghisa e ferro a sostegno delle campane.
Di notevole interesse la Chiesa dell’Immacolata, edificata a fine '500 e poi sopraelevata nel XVIII secolo. Nella cupola, affrescata nel 1770 da Lorenzo Peracino, il pittore valsesiano ha raffigurato la visione del XII capitolo dell’Apocalisse con il drago dalle sette teste, la battaglia con gli angeli e la Donna vestita di sole e coronata di stelle vittoriosa sul drago.
Tra le numerose chiese galliatesi merita attenzione la Chiesa di San Gaudenzio, che conserva alcuni pregevoli arredi: oltre all'altare settecentesco in marmo nero con intarsi policromi ed al coro dell'antica parrocchiale, nella chiesa si conserva un crocifisso ligneo (1712) ritenuto miracoloso e proveniente dal convento di S. Maria del Giardino a Milano. Il campanile è opera del Marietti (1891).

Galliate - Varallino Poco fuori dell'abitato, ad est, sorge la chiesa di San Pietro di Lupiate o Vulpiate, nota come Santuario del Varallino, per analogia con il Sacro Monte di Varallo. La chiesa infatti presenta una serie di cappelle, in cui statue ed affreschi, secondo un'iconografia tipica dei Sacri Monti, rappresentano i Misteri del Rosario. La chiesa, a pianta ellittica, che si dice progettata da Pellegrino Tibaldi, fu terminata nel 1675. La facciata neoclassica, eretta su progetto di Ercole Marietti risale invece a fine Ottocento. All'interno si trova l'immagine affrescata della Madonna della pera, risalente al XV secolo ma ridipinta nel '700, ritenuta miracolosa già in antico.

La cupola e parte delle cappelle furono affrescate dal Peracino nella seconda metà del sec. XVIII ed ornate di statue di terracotta dipinta, opera di vari artisti, tra cui l'Argenti, lo stesso Peracino e il Bussola (1669-1671).

 

Ora il nostro percorso conduce a TRECATE con la visita alla Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta. Non si conosce con certezza la data di fondazione ma, grazie ad un pilastro in cotto della navata centrale rinvenuto nel 1975 durante dei lavori di restauro, si sono riscontrate delle analogie con l'Abbazia cistercense di Morimondo la cui costruzione ebbe inizio nel 1182, si pensa perciò che la parrocchiale sia sorta nello stesso periodo. Tale pilastro di forma circolare reca ancora parti di un affresco trecentesco raffigurante S. Caterina d’Alessandria. All'interno degni di attenzione sono: l'altare maggiore, della fine del 1600 su progetto di Cesare Fiore, è in marmo policromo a struttura piramidale, sulla sommità è posto un tempietto retto da sei colonne tortili in marmo nero; all'interno del tempietto la statua di marmo dell'Assunta affiancata da due angeli probabile opera dello scultore Giovanni Battista Dominione. Lo Scurolo di S. Clemente, iniziato nel 1759 su progetto di Francesco Croce, si trova verso il fondo della navata sinistra e presenta una costruzione esagonale alla quale si accede attraverso due scalinate semicircolari. All’interno trova posto l'altare su cui poggia l’urna contenente le spoglie del Santo. Alcuni interessanti affreschi di Peracino ornano le pareti dello scurolo, mentre nell'altare antistante si trova il tempietto contenente le reliquie di S. Cassiano.
Dal lato ovest del portico prospiciente la parrocchiale è possibile accedere all'Oratorio del Gonfalone, intitolato alla Natività della Beata Vergine ed edificato alla fine del 1500. All'interno è possibile ammirare un altare barocco realizzato nella prima metà del '700 sormontato da un tempietto di epoca più recente, completato dalla statua della Madonna in terracotta opera di Giuseppe Argenti. L'opera più pregevole del complesso è la pala di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, raffigurante la Vergine incoronata dalla SS. Trinità. La Chiesa di S. Francesco, che si trova a sud della chiesa parrocchiale, è senza dubbio la maggior testimonianza artistica che Trecate conservi; la sua costruzione come pure quella dell'annesso convento risale all'inizio del sec. XVI, ma già dal secolo successivo l'edificio subì notevoli modifiche fino ad assumere l'aspetto attuale. L'esterno appare severo e disadorno, in parte perché rispecchia l'architettura conventuale dell'epoca ed in parte a causa della mancanza del timpano di coronamento abbattuto nel 1950 poiché pericolante. L'interno, riccamente decorato da affreschi del Cerano, dei fratelli Nuvolone, dei Lampugnani e del Montalto, si articola in una sola navata con cappelle laterali comunicanti, transetto, presbiterio e profondo coro rettangolare. Il settecentesco altare maggiore, in pregiati marmi policromi, contiene una statua in legno dell’Immacolata di suggestiva bellezza. Il convento francescano annesso alla chiesa venne chiuso nel 1806 e dell'antico complesso si conserva solamente parte del chiostro affrescato con episodi della vita di S. Francesco risalenti alla seconda metà del sec. XVII.
Di pregevole valore storico ed artistico è, inoltre, il Santuario della Madonna delle Grazie, di antica origine, ma riedificato nel sec. XVII; è qui venerata l'immagine della Madonna delle Grazie, preziosa opera di fine '500.
Per quanto riguarda gli edifici civili, di interesse è l'ottocentesco Palazzo Comunale, eretto attorno al 1870. La costruzione di ispirazione neoclassica, richiamata dall'elegante porticato e dalle regolarità delle aperture, è caratterizzata da pregevoli fregi in stucco che decorano la facciata prospiciente la piazza principale della città.
Nel centro storico affiorano le tracce dell'antico ed illustre passato del borgo, come testimoniano alcune case risalenti al sec. XV di via Garibaldi, decorate da un'ampia finestra con cornice in cotto.

Degna di nota è anche Villa Cicogna, Trecate - Villa Cicogna sorta sull'area che anticamente era occupata dal castello, andato poi completamente distrutto. La dimora è costituita da due ali che, unite al corpo centrale, formano un complesso unico senza cortili interni. La facciata semplice e rigorosa è abbellita dalle tre porte centrali a vetri dove, in passato, trovava posto il giardino d'inverno. Le sale conservano ancora decorazioni ad affresco sui soffitti. Molto bello infine il giardino antistante la facciata principale della villa e i cancelli in ferro battuto riportanti il monogramma dei Cicogna. Sul retro un ampio parco con giochi e panchine è disponibile per romantiche passeggiate.

Proseguendo in direzione nord-ovest, seguendo il percorso del fiume Sesia, tra dolci colline coperte di vigneti, ci avviciniamo all’area vinicola più prestigiosa del nostro territorio. Alle falde delle Prealpi, tra i fiumi Sesia e Ticino, si estende, infatti, un’ampia fascia collinare particolarmente propizia alla coltura della vite: qui nascono i prestigiosi vini, già conosciuti ed apprezzati fin dalla lontana epoca romana.
Parallela alla sponda sinistra del fiume Sesia si snoda la “strada del vino”, capace di offrire allo sguardo del visitatore una distesa di filari che lambiscono gli antichi borghi che incontriamo nel nostro itinerario.

 

Tra i borghi più antichi dell’area vi è GHEMME, cittadina famosa per aver dato il nome alla DOCG più prestigiosa del territorio. Chiunque si trovi a passare da Ghemme e passeggi per le vie del centro storico, non potrà non essere colpito dalla regolarità dell’abitato, dal tracciato delle sue strade, dall’omogeneità delle case e palazzi, solo lievemente intaccata da interventi moderni. E’ un’architettura sobria e funzionale ma allo stesso tempo accattivante, che non disdegna elementi caratterizzanti nelle cornici, nelle lesene, nei timpani, nei portoni. Pur nella loro semplicità alcuni palazzi si distinguono e rivelano all’osservatore attento l’epoca della loro costruzione: il ‘400 e il ‘500 con i muri di ciottoli a spina di pesce intervallati da corsi di mattoni ed archi di cotto; il ‘600 con le finestre barocche e la preziosità di alcuni particolari; il ‘700 con la sistemazione funzionale dei vani ed il tono borghese che traspare da talune soluzioni volumetriche; l’800 con la diffusione dell’uso della pietra lavorata, dei balconi di ferro battuto, dell’eleganza signorile di facciate e cortili.

Qualche passo all’interno del CastelloGhemme - Castello Ricetto ci fa rivivere l’atmosfera di secoli passati che quasi trasuda dagli antichi muri di ciottoli di fiume, dalle finestre a sesto acuto, dalle ricche decorazioni in cotto, dall’acciottolato, antica caratteristica di queste strade. Se poi percorriamo di sera cortili e vicoli, la suggestione si fa più viva e pare di scorgere all’improvviso un soldato dei secoli passati con armatura ed archibugio o una leggiadra fanciulla in abiti cortesi. Il silenzio che aleggia nel castello contribuisce poi a far riposare il prezioso prodotto delle colline, il vino, frutto di lavoro e fatica, di grande attenzione e sapienza accumulate nella bimillenaria esperienza dei vignaioli ghemmesi.

Nella piazza del castello si nota anche la Chiesa di S. Rocco, che ci riporta ai tempi della peste manzoniana. La chiesa, testimone di una delle pagine più dolorose della storia del borgo, ha mantenuto intatta la sua caratteristica architettura con la facciata in cotto, mossa da cornici e lesene, con le due finestre ad orandum dotate d’inginocchiatoio. Oggi è scrigno di preziosi affreschi recuperati da alcune case del castello e del paese, capolavori d’arte e di fede.
Più semplice nella sua struttura è la Chiesetta di S. Fabiano, edificata dalla comunità nel 1681-82 sul luogo di un’antica cappella campestre. Dell’antica cappella rimane un prezioso affresco quattrocentesco, recentemente restaurato, raffigurante una Crocifissione con Santi di pregevole fattura.

Un’altra chiesa s’impone però allo sguardo per la mole e per la scenografia della sua facciata in barocchetto piemontese, valorizzata dal sagrato con gradini di pietra: è la Parrocchiale dedicata all’Assunta. Ghemme - Chiesa, campanile, Scurolo Edificata fra il 1666 ed il 1743 è senza dubbio una delle più belle chiese del Novarese per la straordinaria unione dell’impianto barocco con i fastosi stucchi e della scenografica affrescatura settecentesca che ne alleggerisce la struttura. L’interno conserva pregevolissimi capolavori: tele del Pianca, del Peracino, affreschi del Bianchi e dei Giovannini, statue dell’Ardia e del Sella.

Annesso alla chiesa è lo Scurolo della Beata Panacea, opera del celebre architetto ghemmese Alessandro Antonelli. Diviso da una parete traforata, lo scurolo è inondato dalla luce delle finestre, con le vetrate decorate raffiguranti la vita di Panacea, e dal piccolo lucernario, sulla cima della cupola ad esagoni schiacciati e triangoli. Dodici colonne creano una sorta di deambulatorio anulare mentre al centro si eleva l’altare con la duplice urna che racchiude il corpo della martire.
Particolarissimo è anche il Campanile della parrocchiale, seicentesco fino alle campane e poi “bizzarramente” innalzato tra il 1879 ed il 1883 da don Ercole Marietti, figura unica di sacerdote architetto, con un’eclettica guglia ricca di decorazioni in cotto di gusto neogotico.
In stile neogotico è anche la Torre belvedere con l’annessa “orangerie” del Giardino Gianoli, voluta da Carlo Alberto Gianoli, storico, pittore, ingegnere, rinomato produttore di vini, nel suo parco, oggi giardino pubblico, dove fa bella mostra di sé anche una splendida fontana di pietra.
Disseminate nella campagna e sulle colline sorgono cascine, roccoli e “casotti”, esempi di un’architettura per alcuni aspetti spontanea ma che prestava grande attenzione alle funzioni degli edifici, alla loro razionale distribuzione. La Cascina Ferrera è del tipo a corte, con il cortile centrale chiuso su quattro lati da edifici (stalle, casseri, abitazioni) dove trovavano posto uomini ed animali, un piccolo universo autosufficiente. La Cattanea, visibile anche dall’autostrada A26, è invece completamente cinta da un muro con “torri” agli angoli ed un più lungo edificio d’abitazione: una cascina fortificata, in considerazione della sua posizione lungo la strada che da Ghemme portava al Sesia, confine tra Ducato di Milano e Ducato di Savoia.

 

Maggiora - Casa Antonelli L’itinerario prosegue di nuovo verso nord-est per passare da MAGGIORA, dove Alessandro Antonelli realizzò diversi lavori pubblici e privati. Sorge infatti qui Casa Antonelli , la residenza paterna ristrutturata dall’architetto ed ampliata sulla base di ingegnose ricerche stilistiche.

Situata nei pressi della chiesa parrocchiale, Casa Antonelli è un edificio a quattro piani che a sud si affaccia su un giardino ben piantumato con alberi secolari. La facciata si presenta con i tratti architettonici tipici della produzione antonelliana (colonnati, ampie finestre) che mette in prioritaria evidenza la tecnica delle strutture sulle decorazioni esteriori. Il fabbricato subì numerosi e continui mutamenti grazie al lavoro di operai e manovali compaesani di Antonelli che ebbero l'occasione, durante i mesi di soggiorno estivo a Maggiora del maestro, di apprendere gli stili di costruzione dell'architetto.Maggiora - Chiesa Parrocchiale I lavori di ristrutturazione iniziarono nella parte vecchia della casa, successivamente furono modificati la pianta e il giardino. Da segnalare inoltre, in paese, la presenza di due importanti costruzioni barocche: Palazzo Imbrici, situato nella piazza principale del paese, oggi sede del Municipio e delle scuole; Casa Finazzi, adiacente al Comune, con un bel porticato che si affaccia su un cortile: è di proprietà parrocchiale ed è sede per incontri culturali.

Sempre a Maggiora, tra il 1825 ed il 1835 Antonelli si occupa del riordino della viabilità, mentre nel 1838 veniva inaugurato presso la Chiesa Parrocchiale lo Scurolo di Sant’Agapito in stile neoclassico. Il camposanto, dove è sepolto, fu l’ultimo dei suoi progetti, portato a termine dal figlio Costanzo.